tag:blogger.com,1999:blog-6430171993875680104.post8645700082709632384..comments2024-01-06T11:34:16.471+01:00Comments on La Gru - Poesia e Realtà: Comunicato stampa: La differenza tra calpestare l’oblio e calpestare la veritàLa Gru - Blog di Poesia e Realtàhttp://www.blogger.com/profile/02211898503389069247noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-6430171993875680104.post-29829055757421242752009-12-02T20:20:51.590+01:002009-12-02T20:20:51.590+01:00allora aspetterò
grazieallora aspetterò<br />grazieAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6430171993875680104.post-52694973152230382182009-11-28T14:18:52.113+01:002009-11-28T14:18:52.113+01:00Gentile lettore,
le sue riflessioni sono assolutam...Gentile lettore,<br />le sue riflessioni sono assolutamente centrali nel dibattito che dovremo svolgere e che l'anomalia rappresentata da questo piccolo "caso" (della poesia che si rende protagonista di un dibattito extra-letterario su giornali e radio) rende più urgente.<br />La ringrazio intanto per questo intervento, che pone delle questioni assolutamente non eludibili, e le chiedo di pazientare qualche giorno per una mia risposta che colleghi i vari temi che sono stati sollevati in questi giorni.<br /><br />DavideAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6430171993875680104.post-60552102615819890422009-11-27T19:24:07.823+01:002009-11-27T19:24:07.823+01:00Rispondo frettolosamente e mi scuso per alcune ban...Rispondo frettolosamente e mi scuso per alcune banalizzazioni e per i sicuri errori.<br />Non credo di dire niente di scandaloso se affermo che una risposta così pronta e incattivita da parte di questi giornali vi abbia favorito sotto il punto di vista della visibilità. Questo non vuol dire che in voi ravvisino una pericolosità. Spesso si tratta di ingorghi casuali dovuti ad assenza di notizie (o al sotterramento delle stesse). Per il resto abbastanza d'accordo con il Corsera, ma anche lì niente di che. dal punto di vista dell'analisi critica. Però su una cosa concordo. I tamburi sono sempre gli stessi. Mi viene in mente una cosa. Quando Davide dice "Domanda: le redazioni culturali dei quotidiani italiani di oggi hanno una pur vaga familiarità con la storia critica della poesia italiana degli ultimi quindici anni o la ignorano completamente?" la risposta potrebbe essere che un naturale disinteresse è del tutto giustificato. Se si parla sempre di una cultura istituzionalizzata, in senso dispregiativo, perché poi pretendere di essere riconosciuti da quell'establishment? Mi sembra un corto circuito di senso. Si potrebbe anche supporre (se questo fosse uno paese dai più seri presupposti) che la poesia vada ignorata perché non ha più diritto ad una visibilità degna del materiale che produce. Questo al di là dei singoli risultati. Quello che non comprendo, e lo dico senza polemica, è perché semplicemente una forma di comunicazione culturale (e qui parlo di Poesia in senso stretto e non pasoliniano, e cioè della sua espressione puramente letteraria) non possa semplicemente non avere più un suo posto. Questo sia perché non è più capace di esprimere nulla di valido (e questo è un assurdo in termini, al di là delle singole produzioni) ma soprattutto perché non c'è più nessuno, o quasi adatto ad ascoltare il suo messaggio. Non perché il livello culturale sia così catastrofico, come spesso lo si dipinge (con importanti e spesso ignorate eccezioni) ma perché, semplicemente, non è più capace di essere la voce del tempo corrente, di incidere realmente. Credo che si tratti di un'ipotesi plausibile, da prendere, naturalmente, con i guanti. Il sospetto, però, è forte. Di fronte a discorsi di ben altro peso, mi sembra ovvio che la bagarre giornalistica sia poco interessante (non quanto per il peso ma per i toni); ripercorre sentieri noti, triti, e parte delle polemiche più sterili si potrebbero tranquillamente ignorare. Questo però, specie dopo aver letto la lettera di Davide, conferma il mio assunto iniziale (e in parte quello espresso dai giornali); cioè che una simile polemica si sviluppa solo in seguito ad una raggiunta visibilità, ancora meglio se in negativo. Questo permette di mettere in luce (sempre che ce ne fosse bisogno) il complotto mediatico e filogovernativo. A questo punto, però, se la contestazione si sposta a questa contestazione barricadera si rischia di perdere quella credibilità (non mediatica ma sociale, "poetica") che si era stati tanto attenti a preservare, isolandosi, culturalmente (ma isolandosi non è il termine giusto: ponendosi al di sopra) da uno stato delle cose permeato di assoluta meschinità. Inoltre, se come leggo al punto 3, si pone ancora l'accento sul fatto che la poesia deve riappropriarsi del loro posto (centrale) nel dibattito, significa anche che questo movimento di riappropriazione è durato davvero molto a lungo, più di quanto sia in realtà necessario ad una forma di comunicazione viva ed inserita nella società. RiflessioniAnonymousnoreply@blogger.com