mercoledì 14 gennaio 2009

LA PAROLA E LE COSE

Promessa di un nuovo parlatorio

Nuovo anno, nuovo stacco, nuovo slancio. Dopo alcuni anni di arrembaggio mobile e grintoso sui nuovi argomenti da fare nostri, la poesia, l’eresia, la politica, dopo la “presa” di una piattaforma stabile – un teatro, piuttosto una città, una lontana provincia dell’impero sempre più distante, incubo, eco di un sogno kafkiano – come può essere un sito, ci spingiamo ad aprire un parlatorio. Una piazza all’incrocio di alcune strade che abbiamo finora percorso. All’incrocio, anche, di venti contrari.
È stata un’esigenza, e come tale auspicata da tutti ma mediata molto a lungo: nei suoi rischi, nei suoi perché.
Ma alla fine hanno prevalso le ragioni di tutti, le ragioni del nuovo: della logica dello “stacco” e della sperimentazione.
Questo perché è nostra ferma intenzione far rimanere La Gru come sito di ricerca e rigore inesorabile. E per far questo, sentendo l’esigenza del capire dal vero che cos’è il contemporaneo, abbiamo pensato all’importanza di un “muro dei segni”: una bacheca, un blog. Per la necessità filologica di essere, prima che stalker delle verità, sismografi delle scosse del presente. Qui, in Italia e altrove.
E ciò vuol dire: essere ricettivi con eventi, manifestazioni, fatti, incontri, iniziative, segnalazioni, opere, atti, parole, voci, colori etc. che sentiremo vivi e impagabili – fuori dalla logica dello “scambio”, persino se “simbolico” – che enunceremo noi o che ci comunicheranno altri. Per farli rimbalzare altrove con una nuova tonalità.
Sarà allora una bacheca di aggiornamenti: una bacheca che se si espone come discontinuità nei confronti di un nostro passato modo di operare – apriremo ai commenti ai veri articoli – per sondare una necessità di contatto, d’altro lato invece si pone come continuità nei confronti del nostro lavoro di sempre. Perché ciò che verrà sarà costante e inconscio frutto dell’humus che il lavoro de La Gru, nella rivista, avrà seminato.
Sito e blog allora saranno due metafore per indicare il medesimo, il progetto. Un progetto aperto.
Sito e blog allora come le polarità elettriche di un doppio sguardo da “caricare” nelle immagini del presente che speriamo di poter incastonare in questa nuova avventura.
Crediamo fermamente che l’idea di aprire uno spazio così sia salutare: continui e espliciti al meglio la nostra volontà di contagio con il presente, ma in maniera tale da essere alieni a qualsiasi tentazione di “marcatura” stretta dell’ideologia castrante in tutte le sue apparizioni.
Infatti diverrà subito chiaro che questo blog non sarà né un doppio retorico della rivista né una concessione all’auto-celebrazione, né nostra, né magari fattaci da amici e lettori. Non siamo per il riconoscimento, non bisogna essere per il riconoscimento: l’apertura all’ altro significa “essere con” l’altro, non essere per l’altro, o essere noi contro l’altro.
Essere con l’altro come unica forma, unico incunabolo per lavorare finalmente nel silenzio dell’atto.
Per continuare la pratica e il discorso della nostra “parola” – la poesia e la cultura – e per avvicinare e mettere a fuoco “le cose”. Per fare questo, si, per questo faremo tutto. Non ci sarà alcun intervallo né pausa.
Perché, in fondo, che cos’è la vita se non questo: un po’ di intensità. Un po’ di intensità prima che sia troppo tardi…

Gianluca Pulsoni

7 commenti:

  1. Bell'editoriale, Gianluca. Ciao a tutti: gruisti, collaboratori, lettori ed amici!
    Davide

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  2. Buon lavoro, ragazzi.

    fm

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  3. Complimenti per le premesse e un sincero augurio di buon lavoro
    Enrico

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  4. Le premesse per un buon lavoro ci sono tutte. Gli auguri sono quasi superflui.. Ve li faccio lo stesso a nome delle Voci.
    Fabrizio

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  5. Grazie Davide! E grazie ai primi commentatori (e a tutti quelli che verranno, gruisti collaboratori lettori e amici)

    Gianluca

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  6. Vi seguo da lontano e vi promuovo. Vi segnalo in effetti che ho citato La Gru in un mio articolo sulla Poesia NELLE Marche, intitolato "Dall'orto alla rete", pubblicato nell'ultimo numero della rivista esoterica di Scarabicchi, "Il nostro lunedì". Se volete averne una copia, potreste chiamare l'Assessorato alla Cultura di Ancona e farvela spedire. Penso lo facciano volentieri, visto che siete, fra l'altro, giovani promotori culturali..

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  7. vi seguo da vicino e vi aspetto alla tela sonora

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