Titolo: BELLO COME UNA PIETRA IN FACCIA
Artista: An Degrida
Cura: Katia I.
Luogo: Libreria Prosperi-Spazio NovaDea
Largo Crivelli, 8 – 63100 Ascoli Piceno
Coordinamento e comunicazione: Spazio NovaDea
Inaugurazione: 11 maggio ore 18,00
Periodo: 11 maggio – 8 giugno 2013
orario: dal Lunedì al Sabato 9-13 e 16,30-20
Info: 0736.259888 – 329.1979667
libreriaprosperi@hotmail.it
BELLO COME UNA PIETRA IN FACCIA, personale del giovane ed elusivo An Degrida, è il terzo appuntamento, dopo PLAY WITH A DISPLAY FOR A PLACE TO STAY dell'artista Davide Calvaresi e ASSALTO AL MORO. Il palio di Ascoli del fotografo Ignacio Maria Coccia, della stagione espositiva dello Spazio NovaDea interno alla Libreria Prosperi di Ascoli Piceno. La mostra verrà inaugurata sabato 11 maggio alle ore 18,00 e rimarrà aperta al pubblico fino all'8 giugno 2013 (Lun-Sab, 9-13 e 16,30-20).
I lavori esposti sono una parte della recente produzione di An Degrida, e spaziano dalla toccante rappresentazione grafica dei caratteri e dei linguaggi marginali dei carcerati, ai pittorici collage delle grafiche artigianali, spesso indirizzate al ri-velamento e alla celebrazione sviata del fascino ipnotico del media pubblicitario e consumistico, tra icone pop, slogan, situazionismo, deragliamenti, tra reality e rovine. Ingresso libero.
An Degrida è tutto uno strappo spesso irruente. Non si esercita, ha il tiro di chi non conosce l'arte e non ne produce, non sa praticare la grafica e comunque non gli interessa. Funziona "quel che fa" e questo è tutto. Il groove è feticista, mercifica qualsiasi cosa da Cobain a Sasha Grey. Solo in un paio di lavori è stato sincero..ma qui la storia è lunga.
Il mercato ha vinto su tutti e su tutto. E questo va bene. Il mondo rappresentato nelle sue opere è un “prodotto” su un “prodotto”, sgranato, spixellato; è una rovina della vetrina sulla quale ci muoviamo.
An Degrida è nato sotto la NATO. Produce figure. Il suo modus operandi è l'Handmade Graphic-Art, che ancora non sa ben tadurre in italiano. In alcune opere rappresenta la merce producendo merce, in altre si apre sincero alla marginalità del reale, dove l’uomo resiste a se stesso.
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