Ripartendo dagli studi di Gian Carlo Ferretti, soprattutto dal suo Pasolini, l'universo orrendo (Editori Riuniti, 1976), si può concludere così: l'eresia di Pasolini è la sua ideologia in atto della "vita contro la storia", è la sua lotta ("furia filosofica" e "indignazione politica") contro il dogma moderno dello sviluppo dell'"universo orrendo" del Nuovo Potere globale e, in definitiva, la sua critica poetica (leopardiana e marxista) dell'economia politica dell'esistente che lo mette a morire, perché Pasolini l'ha "inquadrata" e sta per rivelarla nel suo inedito.
Petrolio (il brogliaccio incompiuto del romanzo postumo, scritto tra il 1972 e il 1975) ne rappresenta in qualche modo la summa, applicata all'Italia del boom, al suo ente petrolifero pubblico (Eni), nella doppia storia di un ingegnere petrolchimico, lo scisso protagonista del romanzo: Carlo (cui Pasolini dà il nome che fu di suo padre). Carlo primo viaggia in Iraq (!), in Medio Oriente, verso Est, alla ricerca del "vello d'oro" che è oggi il petrolio, ricalcando l'antico e mitico viaggio degli Argonauti, ma anche quello moderno e economico-politico dei "condottieri" alla Mattei. Carlo secondo resta invece a Roma, poi a Torino e in Calabria, provando infinite avventure erotiche, che lo conducono a una mutazione finale: la trasformazione in donna, che in realtà poi toccherà a Carlo primo, in un gioco di specchi di identità e dissociazione ossessiva.
Carlo primo scava il petrolio, serve il Potere, è complice delle trame economiche e politiche delittuose, che vanno (nella ripetizione del viaggio petrolchimico di conquista, e del viaggio mitico-onirico, alla Apollonio Rodio, dell'Io) dall'assassinio di Enrico Mattei all'impero di Eugenio Cefis, e che hanno come base l'ambiguità storica della fase resistenziale, in cui maturano i rapporti con gli americani e i servizi segreti, costituendo quel "misto" di "formazione degasperiana e repubblicana", laici/cattolici, su cui Pasolini tanto insiste: fascismo/antifascismo, pubblico/privato, politica/crimine, Sviluppo/Reazione.
L'altro Carlo discende gli inferi paradisiaci della libidine ossessiva omosessuale (e non solo), e forse, mettendo in atto narrativamente la filosofia del gioco della dépense (Georges Bataille), rappresenta la dissipazione polimorfa, di fronte alla figura contraria dell'accumulazione economica di denaro e potere politico. Scava il corpo, l'anomia dell'identità.
Petrolio (il brogliaccio incompiuto del romanzo postumo, scritto tra il 1972 e il 1975) ne rappresenta in qualche modo la summa, applicata all'Italia del boom, al suo ente petrolifero pubblico (Eni), nella doppia storia di un ingegnere petrolchimico, lo scisso protagonista del romanzo: Carlo (cui Pasolini dà il nome che fu di suo padre). Carlo primo viaggia in Iraq (!), in Medio Oriente, verso Est, alla ricerca del "vello d'oro" che è oggi il petrolio, ricalcando l'antico e mitico viaggio degli Argonauti, ma anche quello moderno e economico-politico dei "condottieri" alla Mattei. Carlo secondo resta invece a Roma, poi a Torino e in Calabria, provando infinite avventure erotiche, che lo conducono a una mutazione finale: la trasformazione in donna, che in realtà poi toccherà a Carlo primo, in un gioco di specchi di identità e dissociazione ossessiva.
Carlo primo scava il petrolio, serve il Potere, è complice delle trame economiche e politiche delittuose, che vanno (nella ripetizione del viaggio petrolchimico di conquista, e del viaggio mitico-onirico, alla Apollonio Rodio, dell'Io) dall'assassinio di Enrico Mattei all'impero di Eugenio Cefis, e che hanno come base l'ambiguità storica della fase resistenziale, in cui maturano i rapporti con gli americani e i servizi segreti, costituendo quel "misto" di "formazione degasperiana e repubblicana", laici/cattolici, su cui Pasolini tanto insiste: fascismo/antifascismo, pubblico/privato, politica/crimine, Sviluppo/Reazione.
L'altro Carlo discende gli inferi paradisiaci della libidine ossessiva omosessuale (e non solo), e forse, mettendo in atto narrativamente la filosofia del gioco della dépense (Georges Bataille), rappresenta la dissipazione polimorfa, di fronte alla figura contraria dell'accumulazione economica di denaro e potere politico. Scava il corpo, l'anomia dell'identità.
Il terzo protagonista è il narratore (e cioè Pasolini stesso, o il suo fantasma) che si salva morendo nel mare di Calabria, ritrovando l'acqua fetale, orfica.
Gianni D'Elia, Il Petrolio delle stragi (Effigie, 2006), pp.20-21
Nessun commento:
Posta un commento