Scrivevo, in Critica della separazione ("La Gru" n.5, giugno 2008): Si potrebbe, tanto per restare nel panorama della critica letteraria, riequilibrare l’approccio neo-formalista proprio degli ultimi decenni di critica letteraria italiana con una rinnovata attenzione ai nuclei tematici e filosofici dell’opera. Insegnare agli esordienti, che per mezzo di tale critica dovrebbero farsi le ossa, che poesia è spirito incarnato nella musica e non solo “struttura”. Che ogni tecnica poetica è un’azione tentata sul corpo del mondo. Che enjambement è superamento del dualismo, e non solo “forma”. Insomma: sarà mai possibile parlare di un libro di poesia italiana contemporanea come in altri tempi si è parlato di un libro di Blok o di Genet, e cioè capendone le azioni filosofiche a cui rimandano determinate scelte stilistiche? In nessuna autorevole rivista di cinema o di teatro troveremo mai una recensione ridotta a lista neutra di scelte tecniche di fronte alle quali il recensore si trova: o a subridere, se tali scelte non soddisfano le proprie aspettative canoniche; o, se altrimenti soddisfatte, a plaudire calorosamente. Perché mai allora il mondo della poesia dovrebbe accettare tale riduzione e tale marginalizzazione all’interno del dibattito culturale? Siamo proprio soddisfatti di questo macchiettistico auto-esilio? Ecco, io credo che sia giunta l’ora di “tornare in patria”, checchè ne dicano i vecchi savi del Canone tardo-novecentesco, a partire dalla messa in discussione di “problemi transdisciplinari” da condividere con altri ambiti delle “culture contemporanee”.
Questa mattina i miei interrogativi hanno avuto, finalmente, una risposta.
La risposta si chiama: Critico e testimone. Storia militante della poesia italiana 1948-2008, di Daniele Maria Pegorari (Moretti e Vitali 2009, pp. 584, euro 25).
Consiglio a tutti i redattori e a tutti i lettori de "La Gru" l'acquisto e la lettura di questo straordinario Libro di storia, estetica e filologia della poesia italiana contemporanea.
Finalmente, dopo trent'anni di faziosità scolastiche, cattoliche e post-avanguardistiche, e di separazioni letterarie, un'Opera completa di studio e di analisi delle forme, dei contenuti e delle operazioni filosofiche di sessant'anni di poesia italiana contemporanea.
Questa mattina i miei interrogativi hanno avuto, finalmente, una risposta.
La risposta si chiama: Critico e testimone. Storia militante della poesia italiana 1948-2008, di Daniele Maria Pegorari (Moretti e Vitali 2009, pp. 584, euro 25).
Consiglio a tutti i redattori e a tutti i lettori de "La Gru" l'acquisto e la lettura di questo straordinario Libro di storia, estetica e filologia della poesia italiana contemporanea.
Finalmente, dopo trent'anni di faziosità scolastiche, cattoliche e post-avanguardistiche, e di separazioni letterarie, un'Opera completa di studio e di analisi delle forme, dei contenuti e delle operazioni filosofiche di sessant'anni di poesia italiana contemporanea.
Davide Nota
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Critico e testimone. Storia militante della poesia italiana 1948-2008
di Daniele Maria Pegorari
(Moretti e Vitali 2009, pp. 584, euro 25).
Sommario
Aprile 1948: l'incipit, di Rocco Scotellaro e Vittorio Sereni
Introduzione: prospettive della lirica contemporanea
I. LE PREMESSE
La regressione delle forme letterarie: la bucolica di D'Annunzio e Pascoli
1. Costituzione di un architesto
2. Pascoli, "ultimo figlio di Vergilio"
3. Venere nel dominio di Cesare
La regressione psichica di Dino Campana
La regressione linguistica del Cabaret Voltaire
II. LA METAFISICA
Melanconia e musicalità di Giorgio Caproni
Mario Luzi e l'ermetismo fiorentino
Vittorio Sereni e la linea lombarda
Il post-modernismo: Conte, Lenisa, Verbaro, Viviani, Ermini
La linea di fuga di Matteo Bonsante
La poesia ragionativa: Insana, Ruffilli, De Angelis, Ladolfi, Rondoni
Leonardo Mancino, la scienza e l'utopia
III. LO SPERIMENTALISMO
L'empirismo di Pier Paolo Pasolini
1. Dal mito friulano ai viaggi nel Sud
2. La compiuta incompletezza dell'ultimo Pasolini
Metrica e allegoria nella poesia civile di Paolo Volponi
Edoardo Sanguineti e la neoavanguardia
L'ecosofia di Cesare Ruffato
IV. NEO-DIALETTALITA' E PLURILINGUISMO
Una bucolica metropolitana
1. Prospero e Calibano o del poeta bilingue
2. Innocenza e neo-dialettalità
3. Il fauno in Andalusia
La neo-dialettalità nella storiografia letteraria
La "tradizione" neovolgare: Pierro, Loi, Finiguerra, Scalvini
Plurilinguisti: Zanzotto, Serrao, Lucrezi, Moretti
Lino Angiuli e il postrurale
V. IL REALISMO
Vittorio Bodini e "L'esperienza poetica": l'opposizione all'ermetismo
1. Vittorio Bodini, dal neorealismo al surrealismo gitano e mediterraneo
2. "L'esperienza poetica" negli "anni degli equivoci"
3. Poesia e anagrafe
4. I conti col passato
Elsa Morante tra Storia e favola
Attilio Bertolucci e il culto della tradizione
Premessa per un testamento secolare: la storia, il quotidiano, il corpo
La poesia civile: Fortini, Ingrao, Risi, Raboni, Rosato, D'Elia
La poesia del quotidiano: Erba, Giudici, Crovi, Piersanti, D'Amaro, Olivieri
La poesia del corpo: Bellezza, Cucchi, Oldani, Bertoni, Magrelli
Aprile 2008: l'explicit, di Lino Angiuli e Gianni D'Elia
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