La giostra che muore,
la giostra ridente!
Appiedata negli angoli del mattino
si contorce nuda la gente,
sulle scrostate pareti
dove simboli dalla triste abiura
campeggiano a palmi aperti
con scritte eloquenti:
"che dir si voglia, abbasso
i comunisti, le serpi!"
dall'altro "i fascisti reietti"!
oh canuta madre che osservi
questo andare spedito
triste pergola al vento novembrino!
Tu che hai pasciuto i tuoi figli
nel gelo del mattino,
madre sempiterna gloria!
Scandisci adesso la tua agonia
fino al più ridicolo dei turpiloqui,
nella vanità maldestra dei tempi.
Scorre il fiume lento
sulle voci beffarde degli impiegati
al mattino, dove illese silhouette
si dirigono nel gelo di un impegno sociale,
padroni del loro destino! Come cani
che spingono in gola il boccone!
Fino alla sorda rinuncia di un nuovo pasto.
Disperso fra i campi, adesso, il polline
che vola violento dalle metropoli glaciali,
ne spande bruttura, su questi volti
di uomini in croce, sulle coscienze
vive a nuove speranze.
La quiete della miseria.
Davide Gariti
Polvere
2 mesi fa
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