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sabato 24 ottobre 2009

IN HOC TEMPORE - FRANCESCO INSIGNA - GALLERIA MARCONI, CUPRA MARITTIMA



dal 25 ottobre al 22 novembre 2009

inaugurazione 25 ottobre ore 18.00
Galleria Marconi
corso Vittorio Emanuele 70, Cupra Marittima (AP)
www.siscom.it/marconi
galleriamarconi@vodafone.it
ingresso libero
artista: Francesco Insigna
cura e testo critico: Renato Bianchini


Alla Galleria Marconi di Cupra Marittima proseguono gli appuntamenti della rassegna “Non lo so e non lo voglio sapere”. Dopo il successo dell’esposizione di Giuseppe Restano domenica 25 ottobre alle 18.00 si inaugura In hoc tempore, personale di Francesco Insinga. La mostra, organizzata in collaborazione con la Galleria White Project di Pescara, è curata da Renato Bianchini autore anche del testo critico.

“Il tempo dell’arte ha un’estensione tutt’altro che immobile, i suoi confini sono invisibili, solo l’artista può riconoscerli perché il suo agire è imprevedibile. Il suo presente appare sempre incompiuto perché non è garante di alcuna certezza. Il suo andamento tende in continuazione ad arretrare per poi riavvicinarsi, anzi, attratto dal suo stesso sguardo, compie un movimento all’indietro come per voler meglio comprendere il significato dell’interpretazione. Improvvisamente, avviene che l’opera appare come una meraviglia in divenire e, l’evento all’indietro si trasforma in presenza inquietante, che per essere visualizzata richiede una prospettiva illusionistica.” (Renato Bianchini)

Non lo so e non lo voglio sapere non è solo una risposta, è anche una provocazione, un atteggiamento e in fondo una forma di agnosticismo, che nel caso dell’arte potremmo definire culturale. È un modo per affrontare i grandi quesiti dell’umanità: da dove veniamo? Dove andiamo? Perché il dolore? Perché le patate al forno sono sempre troppo poche? Una risposta spesso comoda, a volte sconvolgente, che esprime una volontà di ignoranza che è molto lontana dall’affermazione socratica che il vero saggio è colui che sa di non sapere. Non c’è nessuna tensione alla conoscenza, nessuna curiosità, solo distacco e indifferenza. Spesso davanti a una proposta di tipo artistico questa frase arriva e fa un po’ male. Chi la adotta può sembrare un po’ fuori dal tempo, ma in verità spesso appartiene a una maggioranza, nemmeno troppo silenziosa. Sarebbe legittimo adesso rispondere alla domanda: perché intitolare in questa maniera una rassegna di mostre? La risposta in fondo è già nel titolo

The appointments of the programme “I don't know and I don't want to know” are going on at Marconi Gallery of Cupra Marittima. After the successful exposition of Giuseppe Restano, on Sunday 25th October at 6.oo p.m. there will be the opening of Francesco Insinga sole exhibition. The exposition, organized in cooperation with White Project Gallery of Pescara, is curated by Renato Bianchini, who is the author of the critical text as well.

“The time of art has a kind of expansion, which isn't absolutely unchangeable, its boundaries are invisible, only the artist can recognize them, because his operation is unpredictable. His present seems always unfinished because he doesn't give any certainity. His progress continuously tends to withdraw and then to get close again. Attracted by his own glance, he even moves back as if he wanted better understand the meaning of the interpretation. Suddenly, the work seems to be a growing wonder and the backward event turns into a worrying presence, which needs an illusionistic perspective in order to be viewed." (Renato Bianchini)

I don't know and I don't want to know isn't just an answer, it's also a provocation, an attitude and, after all, a kind of agnosticism, that about art we could say cultural. It is a way to face the great questions about mankind: where do we come from? Where do we go? Why sorrow? Why baked potatoes are never enough? An answer which is often convenient, sometimes upsetting. It expresses the will of ignorance, that is very far from the Socratic statement following which, the real wise man is the one who knows he doesn't know. There isn't any will for knowledge, no curiosity, only detachment and indifference. This sentence is often made in front of an art proposal and it hurts a little. The one who says it may seem a bit out of the time, but he really is often one of the not too much silent majority. It would now be legitimate to answer the question: why such a title for a program of expositions? The answer is already in the title, after all.

giovedì 17 settembre 2009

PASSEGGIATA ADRIATICA - GIUSEPPE RESTANO - GALLERIA MARCONI, CUPRA MARITTIMA



dal 20 settembre al 18 ottobre 2009

inaugurazione 20 settembre ore 18.00
Galleria Marconi
corso Vittorio Emanuele 70, Cupra Marittima (AP)
www.siscom.it/marconi
galleriamarconi@vodafone.it
ingresso libero
artista: Giuseppe Restano
curatore: Renato Bianchini
testo critico: Francesca Baboni



Domenica 20 settembre alle 18.00 la Galleria Marconi di Cupra Marittima propone il primo appuntamento della rassegna Non lo so e non lo voglio sapere.
Ad inaugurare il ciclo di mostre nella stagione 2009 2010 è Passeggiata Adriatica, personale di Giuseppe Restano organizzata in collaborazione con la galleria White Project di Pescara.
La Mostra è a cura di Renato Bianchini e si avvale del testo critico di Francesca Baboni.

“Giuseppe Restano racconta il suo mare. E lo fa con quella sua tecnica peculiare e raffinatissima che lo avvicina ad una visione pop per l'iconografia quotidiana prescelta ed al contempo ad una figurazione iperrealista di nicchia che si riallaccia ad una tradizione pittorica di altissimo livello.
Pochi elementi selezionati per delineare il suo personale e rarefatto paesaggio marino, tracce visive e linee geometriche che s'incontrano, si scompongono e ricompongono a formare pezzi di canoe, rilievi dei tetti delle cabine viste di scorcio, gambe al sole. Particolari che assumono, nella rappresentazione di sapore quasi metafisico, che non presenta una chiara focalizzazione, un significato universale ed archetipico”. (Francesca Baboni)

Non lo so e non lo voglio sapere non è solo una risposta, è anche una provocazione, un atteggiamento e in fondo una forma di agnosticismo, che nel caso dell’arte potremmo definire culturale. È un modo per affrontare i grandi quesiti dell’umanità: da dove veniamo? Dove andiamo? Perché il dolore? Perché le patate al forno sono sempre troppo poche?
Una risposta spesso comoda, a volte sconvolgente, che esprime una volontà di ignoranza che è molto lontana dall’affermazione socratica che il vero saggio è colui che sa di non sapere. Non c’è nessuna tensione alla conoscenza, nessuna curiosità, solo distacco e indifferenza.
Spesso davanti a una proposta di tipo artistico questa frase arriva e fa un po’ male. Chi la adotta può sembrare un po’ fuori dal tempo, ma in verità spesso appartiene a una maggioranza, nemmeno troppo silenziosa.
Sarebbe legittimo adesso rispondere alla domanda: perché intitolare in questa maniera una rassegna di mostre?
La risposta in fondo è già nel titolo


On Sunday 20th September at 6.00 p.m. Marconi Gallery of Cupra Marittima presents the first appointment of the exhibitions I don't know and I don't want to know. Giuseppe Restano sole exposition is opening the series of exhibitions of 2009-2010 season and it is organized in cooperation with the gallery White Project of Pescara. The exposition is curated by Renato Bianchini with the critical text by Francesca Baboni.

“Giuseppe Restano tells his sea. He does it using his characteristic and very refined technique, which draws him close to a pop vision for the chosen daily iconography but, at the same time, to an hyper realistic figure, typical of a pictorial tradition of a very high level. Few elements are selected in order to sketch his personal and refined sea landscape: visual signs and geometrical lines are matching, they get dismantled and reassembled in order to make parts of canoes, foreshortened roofs of huts, legs sunbathing. They are details that take a universal and archetypal meaning in the representation of a quite metaphysical look, without having a clear highlighting". (Francesca Baboni)

I don't know and I don't want to know isn't just an answer, it's also a provocation, an attitude and, after all, a kind of agnosticism, that about art we could say cultural. It is a way to face the great questions about mankind: where do we come from? Where do we go? Why sorrow? Why baked potatoes are never enough?
An answer which is often convenient, sometimes upsetting. It expresses the will of ignorance, that is very far from the Socratic statement following which, the real wise man is the one who knows he doesn't know. There isn't any will for knowledge, no curiosity, only detachment and indifference.
This sentence is often made in front of an art proposal and it hurts a little. The one who says it may seem a bit out of the time, but he really is often one of the not too much silent majority.
It would now be legitimate to answer the question: why such a title for a program of expositions?
The answer is already in the title, after all.

la recensione su exibart: http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=29035&IDCategoria=1

venerdì 28 agosto 2009

COURTESY GALLERIA MARCONI - PALAZZO PARISSI, MONTEPRANDONE


dal 30 agosto al 27 settembre 2009
inaugurazione 30 agosto ore 18.00
Palazzo Parissi
vicolo della Dama, Monteprandone (AP)
info: 0735778703
galmarconi@siscom.it

ingresso libero
orario: 17.00 - 20.00
artisti: Marco Bernacchia, Roberto Cicchinè,
Peter De Boer, Francesca Gentili,
Maicol e Mirco, Fabio Mantovani,
Sabrina Muzi, Niba, Marco Scozzaro,
Rita Soccio, Rita Vitali Rosati

curatore: Dario Ciferri
coordinamento: Nazareno Luciani


Domenica 30 agosto alle 18.00 a Monteprandone nelle sale di Palazzo Parissi si inaugura la collettiva di arte contemporanea Courtesy Galleria Marconi. La mostra, a cura di Dario Ciferri, è organizzata dal Comune di Monteprandone in collaborazione con l’Associazione Culturale Officina S. Giacomo C.A.V. e la Galleria Marconi di Cupra Marittima, e il coordinamento di Nazareno Luciani.
Marco Bernacchia, Roberto Cicchinè, Peter De Boer, Francesca Gentili, Maicol e Mirco, Fabio Mantovani, Sabrina Muzi, Niba, Marco Scozzaro, Rita Soccio e Rita Vitali Rosati sono gli artisti che espongono i propri lavori nello storico palazzo monteprandonese.

“Portare l’arte contemporanea in un palazzo storico di un borgo medievale immerso tra le colline, ma con un occhio aperto verso il mare Adriatico, è la possibilità offerta dall’organizzare una mostra a Monteprandone. La cittadina marchigiana da sempre è attenta all’arte contemporanea, anche grazie all’azione continua dell’Associazione Culturale Officina S. Giacomo C.A.V. e del suo coordinatore Nazareno Luciani. Palazzo Parissi è stato un esempio splendido di questo incontro.
‘Courtesy Galleria Marconi’ si pone in questa tradizione, ovvero portare a Palazzo Parissi l’arte contemporanea presentando uno spaccato dell’attività culturale della Galleria Marconi di Cupra Marittima, allestendo una collettiva con gli artisti che intorno ad essa ruotano, collaborando a farne crescere il progetto culturale. Una sfida interessante, proposta molte volte ma sempre affascinante, perché far convivere un edificio storico con opere contemporanee pone sempre la ricerca di un equilibrio. La collettiva è una nuova tappa di “Sfiorando l’orizzonte. Tra le suggestioni dell’arte e gli incanti del paesaggio”, la rassegna di arte contemporanea che dal 2006 invita alla sosta e all’osservazione, a riflettere sulle possibilità di incontro di arte e paesaggio. […]
Courtesy Galleria Marconi è l’occasione per vedere le opere di alcuni degli artisti più interessanti del panorama nazionale, per gettare anche uno sguardo verso quello internazionale e per dare vita a collaborazioni che nascono da progetti di qualità in sintonia con la ricerca culturale della Galleria Marconi”. (Dario Ciferri)

La mostra può essere visitata dal 30 agosto al 27 settembre dalle 17.00 alle 20.00

la recensione su exibart: http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=28817&IDCategoria=1

lunedì 27 aprile 2009

ROMANTIC - VALERIA LAMONEA / ELISA LARAIA / PAOLA RISOLI - MARCHE CENTRO D'ARTE - GALLERIA MARCONI, CUPRA MARITTIMA

Valeria Lamonea

Elisa Laraia


Paola Risoli


dal 3 maggio al 31 maggio 2009

inaugurazione 3 maggio ore 18:00
Galleria Franco Marconi
c.so V. Emanuele, 70 - Cupra Marittima (AP)
Tel +39 0736 778703
galleriamarconi@tiscali.it
www.siscom.it/marconi
ingresso libero
aperto tutti i giorni dalle 16:30 alle 20:00
domenica chiuso
curatrice: Gloria Gradassi




Domenica 3 maggio alle 18.00, la Galleria Marconi di Cupra Marittima presenta la collettiva Romantic, con i lavori di Valeria Lamonea, Elisa Laraia e Paola Risoli. La mostra, a cura di Gloria Gradassi, conclude la rassegna Gallerista sull'orlo di una crisi di nervi.
"In Romantic, tre giovani artiste, percorrendo strade diverse per interessi e linguaggio, segnalano un comune bisogno di sentimento ed emotività.
Le loro opere attraggono perché vibrano di sensazioni, ricordi, verità che movimentano le percezioni.

VALERIA LAMONEA
Innocenza e malinconia, bellezza e angoscia, leggerezza e dolore. L’insidia del reale, è quanto Valeria Lamonea trasmette attraverso le sue immagini e le sue installazioni. Immagini all’apparenza perfette, conformi a quanto il senso comune lascia presagire, “disturbate” da particolari che ne deviano la lettura comunicando attraverso il contrasto un dolore nato dalla disillusione, da un’aspettativa tradita.
Da ciò deriva un urto che inizialmente seduce, che sembra trasgressione, per poi tramutarsi in impotenza. Valeria Lamonea è interessata in particolare al mondo sognante dell’infanzia; avvicinando forme semplici e accattivanti a materiali violenti e offensivi va oltre l’affabulazione e smaschera le apparenze per dire una seconda verità: un gioco altalenante che manipolando il contrasto traduce in scacco il piacere visivo.

ELISA LARAIA
Le immagini di Elisa Laraia formano un anello di congiunzione tra interno ed esterno. Un lavoro sulla memoria che, con il suo carico di emotività e scarsa definizione, prende parte ad un dialogo con il reale dando luogo ad inedite contaminazioni. Le immagini mentali, le proiezioni individuali con il loro carico affettivo si confrontano con il quotidiano modificandone la percezione. Elisa Laraia interviene spesso in luoghi reali con installazioni site specific nelle quali il suo immaginario si sottrae alla dimensione raccolta della contemplazione per tramutarsi in immagine debordante e interrogativa. Il fruitore è sollecitato a condividere emozioni, porsi domande, creare relazioni, riconoscere in se stesso emozioni latenti. Così l’artista innesca una catena emotiva fatta di scintille che s’accendono attraverso i ricordi.

PAOLA RISOLI
Interiors sono gli interni dell’anima, percorsi scavati nell’emotività dell’artista. Paola Risoli ci conferma che l’assenza della figura umana ne evoca a volte la persistenza. I suoi spazi dilatano le emozioni e introducono ad un mondo parallelo, ideato e vissuto con intensità. I luoghi che noi abitiamo portano tracce del nostro essere, così gli Interiors di Paola Risoli raccontano storie private, intime, silenziose eppure profonde. Quello che si srotola sotto i nostri occhi potrebbe essere una pellicola fatta di musica e fotografia, che coinvolge lo spettatore attraverso luci barocche e per via di uno spiazzamento innescato dalla sovrapposizione tra realtà e finzione.
La fotografia è concepita come su un set cinematografico, è artificio narrativo dal quale trapela una sensibilità raffinata capace di costruire un mondo di meraviglia intorno alle piccole cose". (Gloria Gradassi)

Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi
La serranda in Galleria è abbassata ormai da una settimana, Franco non risponde al telefono, e anche facendo il giro degli ospedali non si ha notizia di lui. Le voci iniziano a rincorrersi senza ragione: una donna? Le banche? I marziani?
Un giorno riceviamo una cartolina da Dubai con dietro il messaggio:
Ciao Lazzaroni vi voglio bene ma non mi mancate affatto
zio franco

Si ringrazia l'Associazione Alta Fedeltà
http://www.associazionealtafedelta.org/
per la collaborazione

mercoledì 25 marzo 2009

SABRINA MUZI - MARCHE CENTRO D'ARTE - GALLERIA MARCONI, CUPRA MARITTIMA


dal 29 marzo al 26 aprile 2009
inaugurazione 29 marzo ore 18:00
Galleria Franco Marconi
c.so V. Emanuele, 70 - Cupra Marittima (AP)
Tel +39 0736 778703
galleriamarconi@tiscali.it
www.siscom.it/marconi
ingresso libero
aperto tutti i giorni dalle 16:30 alle 20:00
domenica chiuso
curatore: Claudio Libero Pisano

Domenica 29 marzo alle 18.00 la Galleria Marconi di Cupra Marittima presenta la personale di Sabrina Muzi a cura di Claudio Libero Pisano, dopo il successo dell’esposizione di Marco Bernacchia e Francesca Gentili.
La mostra conclude il ciclo Marche Centro d’Arte ed è il quinto appuntamento della rassegna Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi.
Con la personale di Sabrina Muzi si conclude Marche Centro d’Arte. Lo scopo della rassegna è mostrare la vivacità delle produzioni artistiche presenti nella regione, una regione in cui convivono pluralità e singolarità, a partire dallo stesso nome. Ogni artista ha una sua peculiarità, e un suo percorso di ricerca, ha una voce che unendosi alle altre del territorio, dà vita a un mosaico ricco, vivo e vivace.
“La ricerca di Sabrina Muzi continua con un ulteriore passaggio nella direzione di un rapporto mai episodico tra sé e la natura. Utilizza diversi mezzi che concorrono allo stesso fine. Video, foto e disegni hanno lo scopo di sottolineare un unico messaggio dove sempre più intima diventa la condivisione con l’elemento naturale. Sia quando è il suo corpo, come nel video Remote Body, che si nasconde e si perde tra i rami fino a diventare un unico elemento. Sia nelle foto, dove l’artista non compare, è evidente una relazione mai distaccata. In quegli alberi rappresentati più che l’elemento estetico traspare quasi il respiro, l’affanno della natura impressa sulla carta. E l’artista se ne fa portavoce, lascia che la sapienza tecnica e la capacità esecutiva si mettano al servizio di un messaggio circolare. Offre il suo sguardo alla natura che lo restituisce in tutta la sua potenza, bellezza e inquietudine”. (Claudio Libero Pisano)

Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi
Il giorno dopo l’inaugurazione di una mostra il gallerista tira le somme. Le rughe si sono distese e si parla amabilmente sgranocchiando salatini e patatine. Il sorriso riempie il volto barbuto e la soddisfazione per il risultato è al centro dei suoi discorsi. Dello yeti che si aggirava con spatola, stucco e gomma magica, non è rimasto nulla. La Galleria adesso sembra il paese delle favole, dove pace e armonia regnano e le riviste sono ordinate sulla scrivania. Un attimo di pace prima della prossima inaugurazione.
All’ansia di una mostra, collaboratori di vario tipo aggiungono stress, ritardi, piccole o grandi inefficienze che un povero gallerista si trova a dover affrontare, perdendo i capelli e/o facendo diventare bianchi i pochi che gli restano. Eccolo buttarsi su massicce dosi di tachipirina per affrontare l’immancabile febbre pre-mostra, mettersi ai fornelli per preparare pasti con innumerevoli portate e quantità capaci di sfamare interi reggimenti, eccolo infine perdere l’attimo atteso ogni giorno come la manna dal cielo: il riposino pomeridiano. Una vita dura fatta dalle piccole insoddisfazioni di ogni giorno e dalle grandi soddisfazioni di ogni mese.
Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi è l’omaggio a quella cosa bellissima ed entusiasmante che è l’organizzazione di una mostra, cosa bellissima, ma anche snervante e stancante. Ecco che aumenta il numero delle sigarette fumate fuori dalla porta, ecco che i chiodi e le viti si accumulano sul pavimento. Poi si inaugura, si parla, si ride e il giorno dopo si pulisce. Questa è la “tragica” routine che accompagna la vita di un gallerista. Ma non bisogna dimenticare però la bellezza di una mostra, il piacere di una chiacchierata con gli amici, l’emozionarsi sempre nuovo che ripaga da ogni affanno. I rapporti umani, e non solo professionali, con artisti, critici e curatori, sono il vero collante dell’attività e il motore che rende sempre nuova la voglia di andare avanti.
Solo un grazie a chi ci permette di poter seguire ed apprezzare il mondo dell’arte nel suo continuo movimento.

Si ringrazia l'Associazione Alta Fedeltà
www.altafedelta.org
per la collaborazione

lunedì 16 febbraio 2009

MARCO BERNACCHIA / FRANCESCA GENTILI - MARCHE CENTRO D'ARTE - GALLERIA MARCONI, CUPRA MARITTIMA




Un'opera di Francesca Gentili

Una performance di Marco Bernacchia


dal 22 febbraio al 22 marzo 2009

inaugurazione domenica 22 febbraio ore 18
Galleria Franco Marconi
c.so V. Emanuele, 70 - Cupra Marittima (AP)
Tel +39 0736 778703
galleriamarconi@tiscali.it
www.siscom.it/marconi
aperto tutti i giorni dalle 16:30 alle 20:00
domenica chiuso

Dopo il successo del primo appuntamento di Marche Centro d’Arte, con la collettiva che ha presentato i lavori di Roberto Cicchinè, Daniele Duranti, nardiescopetta e Rita Soccio, alla Galleria Marconi di Cupra Marittima proseguono gli appuntamenti del ciclo sull’arte marchigiana, all’interno della rassegna Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi. Marche Centro d’Arte prosegue domenica 22 febbraio alle 18.00 con la doppia personale di Marco Bernacchia e Francesca Gentili, che saranno curati, rispettivamente da Elvira Vannini e Maurizio Coccia. La doppia personale è la seconda tappa di un ciclo di tre mostre dedicate ai fermenti dell’arte marchigiana intitolato: Marche Centro d’Arte. Lo scopo della rassegna è mostrare la vivacità delle produzioni artistiche che ci sono nella regione, una regione in cui convivono pluralità e singolarità, a partire dallo stesso nome, Ogni artista ha una sua peculiarità, che rende interessante il suo percorso di ricerca, una voce che unendosi alle altre, che emergono dal territorio, dà vita a un mosaico ricco vivo e vivace.

“Fotografia, scultura e installazioni ambientali come dispositivi per sondare le zone di interazione tra lo spazio, l’architettura naturale e gli interstizi della realtà, spesso articolati in una dimensione performativa: così si sviluppa la pratica artistica di Marco Bernacchia, intrecciata alla ricerca sonora della scena indipendente che attraversa la sua attività musicale. Le sue installazioni sono quasi degli oggetti d’affezione, degli assemblages innestati con elementi naturali e artificiali in una commistione eterogenea: quasi una post-natura contaminata dal sonoro che si intreccia col dato naturale fino ad assorbirlo. Ogni progetto di Marco Bernacchia che lavora sempre in termini site-specific, assume gli estremi del linguaggio plastico: è micro ma con una declinazione ambientale, è modulare e al tempo stesso non mai è riproducibile. L'impiego del suono come strategia di spazializzazione diventa un processo di appropriazione del tempo, dello spazio, della realtà: la natura è assorbita come ambiente primario mentre amplifica la nostra zona d’ascolto. I prelievi naturali, il verde, le piante, i rami mixati con oggetti defunzionalizzati cambiano il senso delle cose: la post-natura, creata dall’artista, diventa allora una presenza oggettuale, un campo d'azione, reale o immaginario, che può innescare un processo di cambiamento della struttura sociale in una nuova forma di autoproduzione parallela ai circuiti mainstream dell’arte e della scena musicale”. (Elvira Vannini)

“La ricerca di Francesca Gentili si è sviluppata in due direzioni complementari: l’analisi della figura umana e l’esame del linguaggio scelto per rappresentarla, la pittura. Ad una progressiva riduzione formale corrisponde l’affinamento dei mezzi stilistici. Qui la rappresentazione si concentra sugli sguardi. La frontalità dei soggetti conferisce loro solennità ieratica. La figura umana si impone allo spazio. L’atmosfera è asettica e gli sfondi anonimi. Resta lo sguardo. La linearità, ancora animale, dello sguardo. Un misto di natura e sentimento, amplificata dal trattamento pittorico, vibrante, sonoro, dai toni perlacei.
Sono lavori impostati su un riuscito bilanciamento/contrasto di storia e progetto, di austerità iconografica e intensificazione emotiva. Volti assorti, prossimi all’evanescenza; effigi appannate dal tempo. Monito doloroso, presa d’atto di una scadenza irrimediabile”. (Maurizio Coccia)

Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi
Che cosa accade quando all’improvviso dalla galleria scompare la bevanda caratteristica, quando si cominciano a cercare bibite alternative, perché nel punto vendita dove ci si rifornisce, quella preferita è scomparsa? Quando il gallerista torna con la spesa e la faccia sconsolata, perché sa che anche stavolta non è riuscito a trovare il ginger. Un senso di vuoto e tristezza riempie la galleria e quanti lì passano anche solo per un saluto cinque minuti di chiacchiere una sigaretta. Intanto il giorno della mostra si avvicina e il panico diventa generale, perché si avverte che senza ginger non sarà la stessa cosa. Una fredda sera di gennaio, però, arriva la soluzione e una bottiglia di ginger acquistata in un altro negozio, frizzante amaro rinfrancante. Allo stress di una mostra, collaboratori di vario tipo aggiungono stress, ritardi, piccole/grandi inefficienze che un povero gallerista si trova a dover affrontare, perdendo i capelli e/o facendosi venire i capelli bianchi. Eccolo buttarsi su massicce dosi di tachipirina per affrontare l’immancabile febbre pre-mostra, mettersi ai fornelli per preparare pasti con innumerevoli portate e quantità capaci di sfamare interi reggimenti, eccolo infine perdere l’attimo atteso ogni giorno come la manna dal cielo: il riposino pomeridiano. Una vita dura fatta dalle piccole insoddisfazioni di ogni giorno e dalle grandi soddisfazioni di ogni mese. Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi è l’omaggio a quella cosa bellissima ed entusiasmante che è l’organizzazione di una mostra, cosa bellissima, ma anche snervante e stancante. Ecco che aumenta il numero delle sigarette fumate fuori dalla porta, ecco che i chiodi e le viti si accumulano sul pavimento. Poi si inaugura, si parla, si ride e il giorno dopo si pulisce. Questa è la “tragica” routine che accompagna la vita di un gallerista. Ma non bisogna dimenticare però la bellezza di una mostra, il piacere di una chiacchierata con gli amici, l’emozionarsi sempre nuovo che ripaga da ogni affanno. I rapporti umani, e non solo professionali, con artisti, critici e curatori, sono il vero collante dell’attività e il motore che rende sempre nuova la voglia di andare avanti. Solo un grazie a chi ci permette di poter seguire ed apprezzare il mondo dell’arte nel suo continuo movimento.