lunedì 31 ottobre 2011

FLOATING SHOES - MARZIA CASTELLI - SPAZIO NOVADEA/LIBRERIA PROSPERI, ASCOLI PICENO



Titolo: Floating shoes
Artista: Marzia Castelli
Luogo: Libreria Prosperi-Spazio NovaDea
Largo Crivelli, 8 – 63100 Ascoli Piceno

Coordinamento e comunicazione: Spazio NovaDea
Inaugurazione: 5 novembre ore 18.00
Periodo: 5 novembre 2011 – 26 novembre 2011
Info: 0736.259888 – 329.1979667, libreriaprosperi@hotmail.it


Sabato 5 novembre 2011 alle ore 18.00, presso lo Spazio NovaDea della Libreria Prosperi di Ascoli Piceno, si inaugurerà la personale fotografica Floating shoes dell'artista Marzia Castelli, a cura di Stefano Novelli. La mostra sarà visitabile fino all 26 novembre 2011.

Nel paesaggio urbano di inizio millennio, iper-meccanizzato e a volte disumanizzato nella sua roboante rumorosità, in un occidente dove l'imperante tecnologia del “touch screen” consente di visualizzare, in qualsiasi luogo, la propria esatta posizione, ed essere quindi costantemente definiti nel proprio dove, ecco i percorsi di queste persone. Nuotano nell'indefinito... (Stefano Novelli)

Marzia Castelli nasce ad Ascoli Piceno il 06.03.1980.
Conseguita la laurea in Architettura si trasferisce a Londra, dove studia montaggio digitale presso la London Academy of Film & TV e la London City University. Successivamente a Madrid collabora con uno studio grafico-pubblicitario, che le permette di approfondire il suo interesse per le arti visive. Attualmente vive a Roma e lavora per un’impresa di costruzioni scenografiche.

martedì 27 settembre 2011

WALTER MATERASSI - APOTEOSI FINALE E RISTABILIMENTO DELL'EQUILIBRIO - SPAZIO NOVADEA/LIBRERIA PROSPERI, ASCOLI PICENO


Titolo: Apoteosi finale e ristabilimento dell’equilibrio

Artista: Walter Materassi
Curatore: Valentina Falcioni
Luogo: Libreria Prosperi-Spazio Eventi NovaDea
Largo Crivelli 8, 63100 Ascoli Piceno.
Periodo: dal 4 al 15 ottobre 2011
Inaugurazione: martedì 4 ottobre 2011, ore 17:00
Orario: 9:00/13:00 - 16:00/20:00 (domenica chiuso)
Per info: 0736.259888 - 329.1979667 - libreriaprosperi@hotmail.it


“L’opera che perdura è sempre capace di un’infinita e plastica ambiguità;
è tutto per tutti […]; è uno specchio che svela tratti del lettore ed è insieme una
mappa del mondo.”

L’aforisma dello scrittore argentino Jorge Luis Borges introduce il tema
della mostra che l’artista bolognese Walter Materassi (Bologna, 1974) è
intenzionato a portare fra le più affascinanti città d’Italia.
“Vagando per strada, scopro delle vedute del tutto inconsuete, o almeno io
non le avevo mai prese in considerazione. Riflessi negli specchi stradali ai margini
delle vie, nei luoghi più pericolosi, agli incroci, negli svincoli, trovo paesaggi
mutevoli, deformi, ma anche molto, molto intriganti”. Munito di uno specchio
parabolico Walter si inoltra fra le arterie delle città per indagare e scoprire i mille
volti strabilianti di un centro urbano che bisbiglia la sua storia con ironia e
accattivante stravaganza. Osservando quelli che Materassi chiama Mirror
Miracles è impossibile non ricordare il sottile fascino che coglie ogni lettore
mentre legge le pagine di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò di Lewis
Carroll. Mediante quell’attenta minuzia per il dettaglio che le ha sempre
contraddistinte, le mani dell’artista bolognese si muovono sulla tela per dare voce
a quelle piazze che nei secoli sono state fulcro della cultura popolare, simboli
indiscussi della tradizione che muta col tempo e custodi di quei beni volatili che
purtroppo sono facilmente obliabili se non fissati su memorie durevoli. L’obiettivo
di Materassi è proprio quello di assicurare attimi e momenti di alcune fra le più
incantevoli città italiane attraverso gli occhi mutevoli degli uomini.
Da qualche tempo, oltre alle tele, Walter utilizza dei supporti innovativi
con l’intento di realizzare un’installazione grafica e scartare l’idea che essa debba
essere per forza incorniciata e appesa alla parete. “Decido di arrotolare le stampe
su se stesse e il foglio rettangolare diventa un cilindro. Sul fronte scopro che il
disegno tondo in bianco e nero acquista maggior senso di deformazione e acquista
una sensazione di convessità decisiva. Ho la visione chiara che l’opera grafica così
modificata abbia una sua bellezza, un suo senso che si concretizza e si stabilizza
nei paralumi che definisco Mirror Lamp. Le sensazioni che esse producono sono lo
spaesamento dello spettatore, perché tutto invertito, deformato”.
“Dedicare una lampada a ogni piazza d’Italia sarebbe per me un dono” ha
spiegato Materassi che per la mostra d’esordio ha pensato ad Ascoli Piceno.
L’evento avrà una struttura simile a quella di un libro di fiabe. Sarà diviso in tre
macrocapitoli che dovranno essere letti, ascoltati e guardati interamente per
decodificare il labirinto emotivo dell’artista e comprendere il suo messaggio più
intimo. La Copertina e l’esordio attraverso cui si cercherà di dare visibilità
all’evento centrale e diffondere i primi strumenti per leggere la produzione
artistica di Walter Materassi avrà luogo presso la sala espositiva dell’Associazione
Culturale MaMa che da anni promuove eventi nel campo della Musica, dell’Arte,
della Moda e della Letteratura a partire da domenica 18 settembre 2011 alle ore
17:00; la Narrazione e le peripezie dell’eroe prenderanno vita a Palazzo dei Capitani
che da mercoledì 21 settembre 2011 alle ore 17:00 si trasformerà per divenire cofanetto di
una mostra che ha lo scopo ambizioso di vivificare la storia e il suo splendido
scenario attraverso un linguaggio sottile, enigmatico, teso a sfidare “i tardi
labirinti della mente”; si potrà assistere all’Apoteosi finale e al ristabilimento
dell’equilibrio da martedì 4 ottobre 2011 alle ore 17:00 presso la Libreria Prosperi &
Spazio Eventi NovaDea, dove fra i bui specchi dell’anima si accenderà una consapevolezza
già insita nell’uomo contemporaneo.

Esposizioni:

Copertina ed esordio

Associazione Culturale MAMA, Atelier Manni,
Viale Benedetto Croce 87, Ascoli Piceno,
Dal 18 settembre al 15 ottobre 2011
Inaugurazione: domenica 18 settembre 2011, ore 17:00
Orario: 9:00/13:00 - 16:00/20:00 (domenica chiuso)
Per info: 0736.43426

Narrazione e peripezie dell’eroe

Palazzo dei Capitani, Piazza del Popolo, Ascoli Piceno.
Dal 21 settembre al 3 ottobre 2011
Inaugurazione: mercoledì 21 settembre 2011, ore 17:00
Orario: 9:00/19:30
Per info: vfalcioni@yahoo.it - info@waltermaterassi.it

Apoteosi finale e ristabilimento dell’equilibrio

Libreria Prosperi & Spazio Eventi NovaDea,
Largo Crivelli 8, Ascoli Piceno.
Dal 4 al 15 ottobre 2011
Inaugurazione: martedì 4 ottobre 2011, ore 17:00
Orario: 9:00/13:00 - 16:00/20:00 (domenica chiuso)
Per info: 0736.259888 - 329.1979667 - libreriaprosperi@hotmail.it

domenica 7 agosto 2011

PASSENGER - DANIELE CIABATTONI / LORENZO BARTOLUCCI - SPAZIO NOVADEA/LIBRERIA PROSPERI, ASCOLI PICENO


Titolo: PASSENGER
Artisti: Daniele Ciabattoni, Lorenzo Bartolucci
Cura: Daniele De Angelis
Luogo: Libreria Prosperi-Spazio NovaDea, Largo Crivelli 8
63100 Ascoli Piceno
Coordinamento e comunicazione: Spazio NovaDea
Inaugurazione: 10 agosto 2011 ore 22.00
Periodo: 10-11 agosto 2011 dalle ore 22.00 alle 02.00
Info: 0736.259888 – 329.1979667, libreriaprosperi@hotmail.it

Apertura serale e doppio evento mercoledì 10 agosto 2011 per la notte di San Lorenzo alla Libreria Prosperi di Ascoli Piceno. Dalle ore 22.00 in poi, presso lo Spazio NovaDea interno alla libreria e lo spazio antistante il negozio in largo Crivelli 8, si inaugurerà Passenger doppia personale degli artisti Daniele Ciabattoni e Lorenzo Bartolucci, i quali proporranno due opere site-specific: rispettivamente, un'installazione audio-video e un'installazione video. Le opere saranno visibili per la sola notte tra 10 e 11 agosto.

Daniele Ciabattoni nasce ad Ascoli Piceno nel 1983. Grazie all'incontro con Alberto Cecchi, docente Universitario ed esperto di tecnologia digitale applicata alle arti, inizia una sua sperimentazione nel linguaggio della programmazione artistica, sul Live Media e sull' Interattività. Porta a termine il suo corso di studi con una tesi intitolata Interattività e Riabilitazione Motoria Neuro-cognitiva. Partecipa a molti festival internazionali sotto il nome di etichettadiscografica. Vive ora a Milano e lavora al progetto Live Video Ensemble insieme all'artista multimediale Claudio Sinatti e segue da ormai 3 anni un progetto AudioVisuale chiamato Segnali di Ripresa. Giovane sperimentatore delle arti elettroniche ed avanzatissimo esperto di Quartz Composer in applicazioni artistiche e professionali, è un prezioso collaboratore della Clonwerk per cui ha realizzato i sistemi di video mappature per diversi eventi come lo spettacolo teatrale il Pianeta Proibito e la tournè della cantante Elisa.
http://www.danieleciabattoni.com

Lorenzo Bartolucci, nato a Tortona (AL) il 26/02/1979, vive e lavora tra Ancona e la provincia di Macerata. Diplomatosi all’Accademia di belle Arti di Macerata ha cominciato ad affacciarsi al mondo dell’arte contemporanea con diverse mostre nel panorama regionale tra le quali ricordiamo: MARE MOSTRUM per il festival ADRIATICO MEDITERRANEO, POP–up ad Ancona, ARTIKA a Recanati. L’installazione è il modo con cui preferisce realizzare i suoi lavori sempre intrisi di un amara ironia!

giovedì 7 luglio 2011

POETI ITALIANI DEL DUEMILA (PALOMAR, 2011)

Per le edizioni PALOMAR, nella collana Le ciliegie curata dal professor Daniele Maria Pegorari dell'Università di Bari, è uscito da pochi giorni il libro di critica letteraria

POETI ITALIANI DEL DUEMILA, a cura di Giuliano Ladolfi (288 pagine, 16 Euro)

CONTE - CUCCHI - ANGIULI - OLDANI - VIVIANI - FIORI - DE ANGELIS - CENI - D'ELIA - MAGRELLI - PUSTERLA - RICCARDI - ZUCCATO - RONDONI - DEIDIER - RITROVATO - CATTANEO - IELMINI - TEMPORELLI - ITALIANO - RIVALI - BRULLO - FANTUZZI - NOTA - DI LECCE

Indice:

Introduzione, di Giuliano Ladolfi

La generazione del Sessantotto
Giuseppe Conte. Il classicismo contro l'angoscia della disidentificazione
Maurizio Cucchi. Una via d'uscita dal minimalismo
Guido Oldani. Il realismo terminale
Cesare Viviani. La "svolta" nella poesia italiana
Umberto Fiori. La parola chiara e forte
Milo De Angelis. La parola come ricerca
Alessandro Ceni. La parola neoorfica

Oltre il novecento, la realtà
Gianni D'Elia. La parola tra poesia civile e poesia lirica
Valerio Magrelli. L'esito del "Novecento"
Fabio Pusterla. La parola poetica come difesa dal "vuoto" della civiltà
Antonio Riccardi. La tradizione come barriera contro il minimalismo
Edoardo Zuccato. "Ombra di sole nascosto"
Davide Rondoni. La parola dedicata
Roberto Deidier. La circolarità del viaggio
Salvatore Ritrovato. La fuga della parola

La generazione della complessità
Simone Cattaneo. Le parole sono pietre
Riccardo Ielmini. Il senso dell'esistenza
Andrea Temporelli. La consistenza del reale
Alessandro Rivali. La storia nella parola
Davide Brullo. La parola profetica
Matteo Fantuzzi. La parola "disincantata"
Davide Nota. La poesia come azione di "controcultura"
Serena Nunzia Di Lecce. La parola come specchio

sabato 11 giugno 2011

IL CANTO DELL'ACQUA / RITRATTI - IVANA MANNI / MARCO FULVI - SPAZIO NOVADEA/LIBRERIA PROSPERI, ASCOLI PICENO


Titolo: IL CANTO DELL'ACQUA / RITRATTI
Autore:
Ivana Manni
Artista:
Marco Fulvi
Luogo:
Libreria Prosperi-Spazio NovaDea
Largo Crivelli, 8 – 63100 Ascoli Piceno
Coordinamento e comunicazione:
Spazio NovaDea
Inaugurazione:
17 giugno ore 18.00
Periodo esposizione:
17 giugno – 2 luglio 2011
Orario mostra:
dal lunedì al sabato
9.00-13.00 16.00-20.00
Info:
0736.259888 – 329.1979667
libreriaprosperi@hotmail.it

Ancora un doppio evento venerdi 17 giugno 2011 alle ore 18.00, presso lo Spazio NovaDea della Libreria Prosperi di Ascoli Piceno: la scrittrice Ivana Manni presenterà il suo ultimo libro Il canto dell'acqua, edito dalla Marte editrice, mentre l'artista Marco Fulvi inaugurerà la personale Ritratti, visitabile fino al 2 luglio.

IL CANTO DELL'ACQUA di Ivana Manni
L'energia liberatoria, che rompe i diaframmi e i blocchi, è il canto dell'acqua: il flusso, strano e improvviso, che avvia il movimento: quello interiore, quello cosmico. […] L'esistenza, così liberata, diventa agevole: è l'Eden sognato, inutilmente idealizzato e in verità facilmente realizzabile, quando l'acqua vince sugli altri elementi e la musica rivela di essere la vera sostanza dell'universo in cui il sogno si identifica con la realtà, l'adulto con il bambino, il femminile con il maschile, il giorno con la notte. (dall'introduzione di Quirino Principe)

RITRATTI di Marco Fulvi
Marco Fulvi, scevro da barocchismi, congela su fondi cromatici di squisita vivezza personaggi privi di orpelli. Letteralmente messi a nudo, essi sono vestiti soltanto della loro mimica facciale. Ogni sguardo, ogni alzata di sopracciglio, ogni sorriso abbozzato o ruga d'espressione caratterizza fortemente la figura e la rende “unicum” nell'economia della composizione. (Lorena Narcisi)

Ivana Manni è architetto; vive e lavora ad Ascoli Piceno. Ha collaborato come scenografa per la pubblicità televisiva e per il cinema. Ha pubblicato: Corpo leggero, raccolta di poesie e disegni (Tracce) e il romanzo I dolci della fortuna (Sovera). È presente nelle antologie Melodie della terra di Plinio Perilli e La poesia delle Marche di Guido Garufi.

Marco Fulvi vive e lavora a Grottammare. Con la sua prima mostra, Rifacimenti, espone presso la Libreria Edison di Firenze, il palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno e la Limonaia in Chianti. Segue la mostra/convegno Il Narcisismo presso la sala Kursal di Grottammare. Nel 2006 espone, nella mostra Banda 25, i ritratti della Banda Osiris, presso il palazzo della Regione di Mantova e presso la fondazione Bolaffi di Torino. Nel 2007 espone Polittico presso la Torre Bruciata di Teramo e, successivamente, presso la galleria Trastart di Roma e il gruppo Donatello di Firenze. Nel 2008 vince il premio Perla dell'Adriatico e partecipa alla mostra Arte a confronto nel palazzo Palffy di Bratislava.

giovedì 2 giugno 2011

CARMELO BENE, CONTRO IL CINEMA

[di Gianluca Pulsoni]


Minimum Fax ha ripubblicato da poco alcune delle più belle interviste di Carmelo Bene sul cinema in un volume dal titolo Carmelo Bene, contro il cinema, a cura di Emiliano Morreale (euro 15). L’iniziativa è importante per almeno due motivi: come gesto che recupera dall’oblio frammenti del pensiero straordinario di un genio, sempre troppo dimenticato e sempre troppo poco riconosciuto nella cultura nazionale per quello che è riuscito a rivelare e anticipare; come testimonianza importantissima che possa fungere, a suo modo, da solido contributo per rilanciare un discorso serio – quindi di ricerca – sul cinema stesso.

La selezione del materiale e la composizione dell’opera seguono un criterio cronologico, mostrando così alla lettura tanto le costanti dell’autore – negli esempi e nelle sue convinzioni tecnico-espressive – quanto le tracce del divenire di un pensiero critico, se non addirittura filosofico, sul cinema e in generale sui mondi legati all’immagine, così che con la progressiva lettura del volume si acquisisce facilmente la percezione di come sia cambiata nel tempo la lettura che Bene ha dato del mezzo. Oltre a ciò, un’altra qualità del libro che risalta all’occhio è quella di offrirci in modo organico parte di quella moltitudine di strumenti critici scoperti e utilizzati dal nostro nella sua direzione “contro”: difatti, se ci si pone più in profondità della dimensione polemica suggerita dal titolo e più in generale da alcune invarianti assunte nel tempo e nei media dalla postura beniana, si possono recuperare agilmente le principali basi costruttive del rapporto CB/cinema, componenti fondate su una idea di ricerca e su alcune linee-guida, che investirebbero tanto il linguaggio quanto il mondo del cinema stesso, soprattutto nella sua ricezione e interpretazione. Un esempio? Il concetto di “ambiguità scientifica”, qualcosa forse di non totalmente inedito nel suo vocabolario ma che egli riesce a spiegare icasticamente in una conversazione con A. Aprà e G. Menon del 1970, indicandolo come l’unico modo e metodo con cui l’esercizio critico può paradossalmente riuscire a dialogare con l’opera d’arte.

Carmelo Bene, contro il cinema rappresenterebbe allora un libro “teorico”, tale da fornire a chi lo legga chiavi e mezzi per comprendere non solo parte dell’opera dello stesso Bene ma anche il cinema di oggi, nonché studiare vie possibili per quello di domani e, con altre pubblicazioni in merito, come la conversazione sul calcio con E. Ghezzi, Discorso su due piedi (il calcio) e i passaggi specifici dedicati nella “Vita”, si direbbe che possa addirittura formare una ideale bibliografia del suo pensiero sull’argomento specifico, tanto da rendere a questo auspicabile e desiderabile vedere tale lista ancora più ricca, integrata magari da una pubblicazione “radicale” e che sembrerebbe oggi dimenticata: L’orecchio mancante. Speriamo che nel futuro possa essere possibile.

NEL DEMONE DEL FEMMINILE

Su Virus71 di C. Daino
[di Gianluca Pulsoni]

‹‹ Non sono in forma, non sono piena/ non sono più ti dico che ho smesso/ da tempo ti ho detto che ho smesso/ l’essere dove il corpo si trova/ ho smesso di abitare le mie ossa ››. Come una confessione privata e allo stesso tempo una sottile dichiarazione di poetica – ma in questo caso la poesia è davvero tutto – questi cinque fulminanti versi introducono al meglio, a nostro avviso, l’incontro che un lettore può fare con Chiara Daino e il suo libro Virus71 (Aìsara, Cagliari 2010, pp. 126, euro 10).

L’autrice in questione è una artista polimorfa – www.chiaradaino.it è il suo riferimento in rete dove trovare tutte le informazioni – capace di lavorare nella recitazione, nella musica, nella scrittura portando avanti un coraggioso e coltissimo discorso-lavoro sulla lingua italiana, in cui ricerca e gioco, necessità e invenzione, convivono con forte coesione.

In questo suo nuovo libro, ideale prosecuzione del precedente La Merca, continua la sua personale meditazione su due argomenti che dovrebbero essere sempre i “fondamentali” per ogni scrittore che si rispetti: il linguaggio e il proprio io.

Linguisticamente, Virus71 è un esercizio di “spaesamento”: qui il lirismo, benché espresso usando metriche e formule perfette e piene di perizia tecnica, viene continuamente mosso e “contagiato” da una grande varietà di tracce anti-poetiche: espressioni gergali, anatemi, manierismi, prestiti lessicali mutuati altrove, anacronismi nonsense, stilemi teatrali etc. Con inoltre un ritmo del dettato che rimane forsennato, tanto che si ha l’impressione che il libro piuttosto che scritto, sia anche se non soprattutto detto.

Ma questo lavoro sul linguaggio sarebbe nulla se non fosse centrale, nel libro, la “nudità” dell’io dell’autrice: corpo duro (“metallico”) ma umanamente fragilissimo, perché prezioso; coscienza che racconta e si racconta; voce che canta e si di-strugge, nei tormenti e nelle ferite, nel pensiero e nel sesso, nel rapporto col proprio inconscio e nel rapporto con l’altro, con l’uomo.

Virus71 si struttura infatti come un poemetto in cui la voce riporta al “presente”, come in un rituale, da un lato i propri compagni maschili di sesso e vita, dall’altro la propria intimità nella forma di una bambina saggia (‹‹ Dov’è quella bambina saggia, Key/ che giocò con la vita per tutti i Mille Anni,/ fronteggiando la neve minuta a petto nudo,/ bevendo, facendo segnali, senza curarsi di sé/ né del diaccio, non del desco, né del dolore? ››).

Da qui in poi inizierà un viaggio dentro i percorsi rievocati in cui diventa chiaro una specie di itinerario che l’io, preso dentro queste fitte trame, compie, ovvero un cammino verso uno stato di coscienza in cui tutto diventa progressivamente afferente alla corporeità, tutto possibile, tutto una promessa di liberazione; in balìa di quel sentimento già espresso dall’autrice di Cime Tempestose e teorizzato da Carmelo Bene per il suo teatro: il demone del femminile.