La giostra che muore,
la giostra ridente!
Appiedata negli angoli del mattino
si contorce nuda la gente,
sulle scrostate pareti
dove simboli dalla triste abiura
campeggiano a palmi aperti
con scritte eloquenti:
"che dir si voglia, abbasso
i comunisti, le serpi!"
dall'altro "i fascisti reietti"!
oh canuta madre che osservi
questo andare spedito
triste pergola al vento novembrino!
Tu che hai pasciuto i tuoi figli
nel gelo del mattino,
madre sempiterna gloria!
Scandisci adesso la tua agonia
fino al più ridicolo dei turpiloqui,
nella vanità maldestra dei tempi.
Scorre il fiume lento
sulle voci beffarde degli impiegati
al mattino, dove illese silhouette
si dirigono nel gelo di un impegno sociale,
padroni del loro destino! Come cani
che spingono in gola il boccone!
Fino alla sorda rinuncia di un nuovo pasto.
Disperso fra i campi, adesso, il polline
che vola violento dalle metropoli glaciali,
ne spande bruttura, su questi volti
di uomini in croce, sulle coscienze
vive a nuove speranze.
La quiete della miseria.
Davide Gariti
mercoledì 22 dicembre 2010
LETAME - DI DAVIDE GARITI
LA GLORIA DEL FASCISMO
venerdì 10 dicembre 2010
CHRISTMAS TREE D'ARTISTA: LA DEFINITIVA MOSTRA DI NATALE - SPAZIO NOVADEA/LIBRERIA PROSPERI, ASCOLI PICENO
Autori: Laura Baldini, Alberto Barbadoro, Max Bottino, Domenico Buzzetti, Luca Caimmi, Giacomo Carnesecchi, Veronica Chessa, Roberto Cicchinè, Tiziana Contino, Francesco D'Isa, Veronica Dell'Agostino, Francesco Diotallevi, Massimo Festi, Giovanni Gaggia, Alice Grassi, Alessandro Grimaldi, Erika Latini, Dario Molinaro, Erika Patrignani, Michele Pierpaoli, Giorgio Pignotti, Rita Soccio, Valeria Stipa
Cura: Dario Ciferri
Luogo: Spazio NovaDea-Libreria Prosperi, largo Crivelli 8 – 63100 Ascoli Piceno (AP)
Coordinamento: Sponge ArteContemporanea
Inaugurazione: sabato 11 dicembre 2010, ore 18:00
Periodo: 11 dicembre 2010 - 9 gennaio 2011
Orario: dal lunedì al sabato, 9.00-13.00 16.00-20.00
Info: (libreriaprosperi@hotmail.it) - tel/fax (0736-259888)
Christmas Tree d'Artista è una mostra circoscritta nello spazio di un albero sintetico, una collettiva inusuale che raccoglie una moltitudine di linguaggi che seguono tutti la stessa base di partenza: la palla natalizia.
“Realizzare una decorazione per l’albero - scrive Dario Ciferri - è stato l’input dato agli artisti invitati a Christmas Tree d’Artista, interpretare il Natale e le sue contraddizioni attraverso il proprio percorso artistico, il proprio linguaggio, la propria sensibilità. Lasciare un segno tangibile di una speranza, di un’incertezza, di una denuncia. La rappresentazione del sacro quasi non rientra nelle diverse palle di Natale presentate, si avverte più una constatazione della secolarizzazione che ormai circonda questo periodo dell’anno; possiamo anche leggere una denuncia della perdita del valore originario della festa, in nome dell’inseguimento dei regali e dei soldi. Riuscire a superare quanto ci mostrano i negozi e i servizi della tv, sopportare lo stillicidio di Babbi Natale appesi alle pareti, riuscire a sopravvivere all’iperalimentazione che fa sì che dal 6 gennaio si debba stare tutti a dieta. L’arte da sempre osserva la realtà che la circonda, la rappresenta, la irride ne racconta traumi, sofferenze, gioie e assurdità, l’arte è il modo più diretto che l’uomo ha per osservare se stesso, per raccontarsi a volte anche per educarsi.”
L'evento coinvolge 23 artisti: Laura Baldini, Alberto Barbadoro, Max Bottino, Domenico Buzzetti, Luca Caimmi, Giacomo Carnesecchi, Veronica Chessa, Roberto Cicchinè, Tiziana Contino, Francesco D'Isa, Veronica Dell'Agostino, Francesco Diotallevi, Massimo Festi, Giovanni Gaggia, Alice Grassi, Alessandro Grimaldi, Erika Latini, Dario Molinaro, Erika Patrignani, Michele Pierpaoli, Giorgio Pignotti, Rita Soccio, Valeria Stipa.
La mostra sarà visitabile fino al 15 gennaio 2010 dal lunedì al sabato, 9.00-13.00 16.00 20.00 presso lo Spazio NovaDea della Libreria Prosperi di Ascoli Piceno.
La seconda edizione, Christmas Tree d'Artista II: a Natale si è tutti più sinceri a cura di Jack Fisher sarà proposta presso Sponge Living Space di Pergola dal 4 dicembre al 9 gennaio.
Per ulteriori informazioni contattare il numero: tel/fax (0736-259888) consultare il sito www.spongeartecontemporanea.net.
mercoledì 1 dicembre 2010
APRITE GLI ARCHIVI DI STATO
SOFRI, NON CALPESTARE LA POESIA!
di Luigi-Alberto Sanchi
L'articolo commesso da Adriano Sofri su "La Repubblica" del 27 novembre 2010 ha qualcosa di irreale nella sua soave ignoranza. Sembra voglia battere tutti i record della contradditorietà: parla della lingua italiana trascurata ma la scrive in modo sciatto, dice ai giovani che i Palazzi del potere sono vuoti e non si accorge che lui stesso si trova in uno di essi, un Palazzo mediatico strapotente; informa sulla poesia neogreca disinformando al contempo su quella italiana; soprattutto, tuona che in Italia oggi la poesia impegnata non esiste... allorché lui stesso è stato per più d'un decennio al centro delle scritture poetiche e civili di Gianni D'Elia, uno dei più importanti rappresentanti della poesia italiana contemporanea (assieme a Franco Buffoni, Cesare Viviani, Alberto Bellocchio, Giuliano Scabia...) e, per colmo, suo ex-seguace politico!
No, le parole vengono meno quando si tratta di analizzare l'insondabile, menzognera arroganza di questo articolo. Eppur bisogna rispondere, umiliarsi a rispondere, ben sapendo che contro un medium come "La Repubblica" non servirà a niente e che, del resto, né allo spocchioso Sofri, né alla redazione del suo giornale, né a gran parte del pubblico può importare un fico secco della questione: il suo pezzo, Sofri l'avrà scritto in una mezza serata, fiero di aver trovato un tema serio da trattare quale la commemorazione di Elsa Morante e di poter dire che lui no, non se l'è lasciata sfuggire perché lui è più colto. E poi fa la lezioncina ai lettori del quotidiano nazionale parlando dei poeti greci usciti nei Meridiani. Ecco, la sua paginetta è buttata giù, spedita al giornale, pubblicata.
Passano tre giorni e tutti l'hanno dimenticata; i diretti interessati per primi perché tanto, oggi, il dibattito intellettuale sui giornali non esiste più. E così Sofri può deblaterare a buon conto, avanti il prossimo pezzo, la prossima predica più o meno sgangherata e mal redatta...
La prima smentita che si potrebbe dare all'improvvido Sofri è che qualche mese fa più di cento poeti italiani, ben poco soccorsi da "La Repubblica" e dagli altri media d'Italia, hanno dato vita ad un'iniziativa vibrante, vissuta e largamente seguita, sia su internet che in serate apposite, dal pubblico loro (ma non da Sofri) dal nome "Calpestare l'oblio. Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana".
Seconda smentita: proprio quest'anno, nel silenzio più assordante di "La Repubblica" e di altri media, è uscita l'antologia "Trentennio" del già citato Gianni D'Elia, bilancio biografico, poetico e politico di una generazione. Per una volta in un volume di trecento pagine invece delle cento consentite di norma dalla collana di poesia di Einaudi, si tratta dell'ultimo titolo di una ormai lunga serie. Ma questo per Sofri non conta nulla.
Terza smentita: contrariamente a quanto sostiene il male informato articolista che fulmina contro le tendeze frivole dei poeti italiani così poco impegnati, negli ultimi anni la poesia del nostro paese sta cambiando. Né è testimone il "Portale di poesia e realtà" che è "La Gru", l'afflusso che registra di poeti giovani o già maturi, ma anche la critica più recente, per esempio quella di Daniele Maria Pegorari, autore di "Critico e testimone. Storia militante della poesia italiana 1948-2008" (Morelli&Vitali, 2009).
La smentita finale tiene in due parole: Roberto Roversi. Un nome e un cognome. Spero di non avere bisogno di dire altro sul più gran poeta civile italiano, che ha pubblicato l'edizione della sua opera, "L'Italia sepolta sotto la neve", in edizione domestica (trentadue copie), dato il livello dell'udienza.
Allora scrivere quel che Sofri ha scritto quando la realtà è tutt'altra, e addirittura quando quella realtà letteraria si occupa pure di lui, della sua troppo lunga prigionia, del suo essere politico, diventa una tragica beffa.
Questo tipo di sberleffo tuttavia è destinato a restare senza una risposta mediatica equivalente, né Sofri stesso consentirà mai ad una ritrattazione o una parola di rammarico, perché il suo scritto è apparso su di uno dei giornali che più hanno contribuito in questi ultimi anni a mascherare la viva e plurale realtà d'Italia, a svilire ogni opposizione, a negare ogni vera alternativa: si veda il poco e nulla che combinano i suoi referenti del P.D.
"La Repubblica " che paga Sofri è il contenitore ideale per questo tipo di ciarlataneria apparentemente impegnata, in realtà frivola, mistificatrice, disperante.
Che cosa sarebbe costato all'incredibile Sofri usare il suo articolo, cioè il suo strapotere mediatico, per dire tutt'altra cosa, per informare gl'italiani che sì, la poesia impegnata in Italia esiste, è vivace, intelligente e, soprattutto, è bellissima, efficace, appassionante?
In conclusione, mi pare che il buon Sofri, dal suo palchetto o pulpito mediatico, abbia un problema a vedere la realtà. E' prigioniero di una forma di languore abulico, di chiusura mentale, di smemoratezza politica, oltreché d'ignoranza poetica. Che dirgli per aiutarlo a liberarsene? Sofri, esci dalla tua prigione mentale, non calpestare la poesia italiana!